L'ultimo
rapporto del WWF sullo stato di salute della terra traccia uno scenario
apocalittico...siamo sulla soglia dell'esaurimento delle risorse del nostro
pianeta!
Si parla che nel 2050 l'umanità raggiungerà un ritmo di consumo pari a
2 volte la capacità del pianeta terra. Negli ultimi 40 anni la biodiversità
terrestre si è ridotta del 31% e le risorse ittiche di mari e oceani del 27%,
quindi quasi 1/3 delle specie viventi su terra, mari e oceani si sono estinte
dal 1970 a oggi.
L'Impronta Ecologica dell'uomo sul nostro pianeta è triplicata
dal 1961 al 2003, ed i paesi più a rischio sono gli USA, i paesi scandinavi e
nel prossimo futuro la Cina, con il suo "selvaggio" sviluppo
industriale. Ogni anno, per poter nutrire la popolazione, dobbiamo coltivare
venti milioni di tonnellate di cereali e riso in più rispetto all'anno
precedente, e le piante commestibili hanno bisogno di terra, terra coltivabile
e gli esperti hanno calcolato che tra 4 anni circa ci sarà bisogno di novanta
milioni di ettari di terra in più, una superficie come la Francia.
Dove andremo
a trovare tale superficie?
Disboscare non rappresenta una soluzione valida,
dato che il terreno ricavato dalle foreste è spesso poco coltivabile, la terra
migliore per la coltivazione è di solito quella in pianura, dove si
costruiscono anche molte case, strade, campi da golf, aeroporti ed altre cose
necessarie all'uomo moderno.
Altro problema è che la terra coltivabile è
minacciata sempre di più dall'Erosione del suolo. Sappiamo che molte piante
trattengono la terra coltivabile con le loro radici, ma quando le foreste sono
abbattute o l'erba viene brucata dal bestiame al pascolo, il suolo tende a
sbriciolarsi ed essere spazzato via dal vento o dalla pioggia.
Un classico
esempio è il fiume indiano Gange: in alcuni periodi dell'anno diventa marrone,
in parte per i frammenti di terra coltivabile provenienti dal Nepal, dove la
popolazione povera è costretta ad abbattere le foreste per usare la legna da
ardere. Dove scompaiono gli alberi, la terra viene spazzata via dalla pioggia e
finisce nel Gange.
Altro problema è la carenza idrica. Le nostre piante
alimentari non possono crescere senza un abbondanza di acqua dolce, che è una
risorsa sempre più scarsa. Le zone rurali più avanzate si servono di
"Acqua di Falda", acqua che giace sotto il terreno in falde rifornite
dalle piogge che filtrano attraverso il terreno permeabile.
Oltre a queste ci sono anche le "Falde di Acqua Fossile", rimasta per
lungo tempo sotto terra, anche dall'ultima glaciazione. La situazione fino ad
ora era stabile, ossia tale acqua veniva pompata regolarmente, ma
contemporaneamente altra acqua filtrava nella falda proveniente dalla pioggia,
ora però si pompa più rapidamente acqua e le falde si stanno esaurendo.
L'Arabia Saudita ha già svuotato gran parte delle sue riserve, anche gli Stati
Uniti stanno rapidamente andando verso questo traguardo e sappiamo che questo
paese coltiva gran parte dei cereali consumati nel mondo. La situazione è resa
più grave del fatto che giornalmente scarichiamo i nostri escrementi nei fiumi
e nei laghi e consumiamo grandi quantità di acqua dolce per lavarci...la
carenza di acqua potabile è un grosso problema per i paesi poveri, dove ogni
anno milioni di bambini muoiono per malattie dovute all'acqua inquinata.
Dal
punto di vista economico la situazione è altrettanto drammatica; dato che
abbiamo imparato a sfruttare la terra in modo sempre più efficace, negli ultimi
50 anni i prezzi del cibo si sono notevolmente abbassati, pertanto cereali,
riso e mais hanno un costo abbordabile per tutti, anche per i più poveri, però
nel prossimo futuro le cose cambieranno, le terre coltivabili saranno sempre di
meno e la carenza delle risorse alimentari farà lievitare i prezzi del cibo.
Per i paesi ricchi non cambierà molto se il pane o i cereali cambieranno di
poco il loro prezzo, ma per i milioni di persone che a malapena riescono a
sfamarsi può significare tracciare un confine tra la vita e la morte. Abbiamo
già in questo secolo avuto le prime sommosse alimentari in Africa, Asia e
America del Sud. Potremo in futuro assistere alle prime catastrofi alimentari,
con milioni di morti di fame.
Ora quando manca
del cibo in una zona del mondo, i paesi più industrializzati attingono
alle enormi riserve di cereali, ma negli ultimi anni tali riserve stanno
scarseggiando e tra qualche decennio non ci saranno più. Gli scienziati
lavorano incredibilmente per trovare soluzioni, si parla di Biotecnologie, del
perfezionamento della qualità di piante
e animali, nuove selezioni di mais, mele, vacche e pecore, ingegneria genetica
che modifica il materiale genetico di alcune piante per meglio sopportare
l'aggressione di insetti, batteri e virus.
si parla di "superpiante"
che riuscirebbero a sfruttare maggiormente la fotosintesi. Dopo tutto ciò i
nostri pensieri si dirigono verso nuove strade...
al di fuori del nostro
pianeta, ossia nello spazio.
Nello spazio c'è più abbondanza di energia e
materia prima e la possibilità di rifarsi una vita...tutti coloro che vivono
miseramente o non vedono con ottimismo un futuro sulla terra potrebbero cercare
un domani nello spazio. Quelli più avventurosi potranno imbarcarsi su
un'astronave, come ai tempi di Colombo i ragazzi andavano nelle navi per
raggiungere paesi lontani. Oltre agli asteroidi ricchi di carbonio ce ne sono
altri ricchi di metalli e anche milioni di comete. Queste consistono per la
maggior parte di ghiaccio e quindi acqua, ossigeno e idrogeno, ma la maggior
parte di esse si trova oltre l'orbita di Plutone ed alcune la cui orbita passa
vicino al sole.
Per costruire grandi stazioni nello spazio, sarà meno costoso e
più ecologico sospingere un asteroide o una cometa fino al cantiere piuttosto
che far salire i minerali dalla terra.
Nello spazio quindi si potrebbero fondare delle vere e proprie colonie,
esse
dovranno sfruttare tutti i tipi di tecniche per procurarsi la quantità
sufficiente di cibo, acqua, aria e altri elementi indispensabili. L’importante
per le colonie è diventare autosufficienti nel più breve tempo possibile. Le
motivazioni, come si accennava prima potrebbero essere varie, ma in special
modo i nuovi coloni potrebbero decidere di partire in disaccordo con
l’evoluzione politica sulla terra.
Questa fu una delle ragioni per cui la gente
emigrò negli Stati Uniti nei secoli passati. I delinquenti più pericolosi
potrebbero essere inviati sulle lune in periferia del sistema solare. La scelta
del pianeta o del satellite dove fondare le colonie dovrebbe andare verso pianeti con superfice solida, per
cui sono da escludere Giove, Saturno, Urano e Nettuno poiché sono gassosi. Il
pianeta non dovrebbe essere tropo caldo, pertanto Mercurio, che ha una
temperatura costante intorno ai 400 gradi, è da escludere anche lui. La forza
di gravità non dovrà essere troppo debole, quindi anche la Luna la possiamo
lasciar stare.
Però si potrebbero ipotizzare delle vere e proprie “Stazioni
Spaziali”,
adattabili ad ogni esigenza umana, piccole, lunghe, di forma
sferica, toroidale o cilindrica. Una stazione spaziale lunga venti chilometri e
larga quattro avrebbe uno spazio sufficiente quanto una grande città sulla
Terra.. Il cilindro sarebbe pieno d’aria e le finestre, distribuite lungo il
tubo, lascerebbero entrare la luce del sole. Gli uomini vivrebbero all’interno
del cilindro, dove ci sarebbero case, terra, piccoli laghetti, boschi e
villaggi.
Un effetto simile a quello della forza di gravità terrestre,
spingerebbe gli oggetti contro la parete interna del tubo e l’energia
necessaria potrà essere ricavata da pannelli solari collocati sulla parete esterna
del cilindro. Visti a distanza questi tubi cilindrici darebbero uno spettacolo
incredibile…bianchi scintillanti, che ruotano lentamente nel nero
dell’universo.
Si potrebbero posizionare alla stessa distanza della Luna in
orbita intorno alla Terra o in orbita al Sole, alla stessa distanza che ha la
Terra dal Sole. Naturalmente per le materie prime si potrebbero attingere dagli
asteroidi, con i propulsori di massa possiamo spostare asteroidi o comete e
lasciar fare il lavoro ai robot.
Ma se tutto questo non dovesse bastare ci sono
anche progetti di “Terraforming”
che significa più o meno “dare forma a un
pianeta in modo che assomigli alla terra”, ed è proprio per questo motivo che
da anni si sta studiando il pianeta Marte, perché gli scienziati pensano che
sia possibile modificare il clima e l’atmosfera del pianeta rosso per renderlo
abitabile per l’uomo. Per vivere a cielo aperto su Marte ci serve un’atmosfera
con ossigeno, acqua corrente e temperatura adeguata. Oggi l’atmosfera è cento
volte più rarefatta rispetto alla terra e contiene quasi esclusivamente
anidride carbonica, la superficie diventa gelida di notte.
Per fare il Terraforming su Marte occorrerà
innalzare la temperatura,
ciò attraverso grandi specchi che lo illuminino
giorno e notte , realizzati con sottili strati di plastica rivestita di
alluminio e non eccessivamente pesanti. Dopo un po’ la temperatura s’innalzerà,
trasformando l’acqua in vapore acqueo. Il vapore acqueo trattiene il calore,
come l’anidride carbonica, pertanto si potrebbe ottenere l’effetto serra, il
pianeta diverrà ancora più caldo e se il ciclo continua il vapore acqueo potrà
trasformarsi in idrogeno e ossigeno fino ad ottenere una sottile atmosfera di
ossigeno. Se la quantità di ossigeno ottenuta non sarà sufficiente si potrà
supplire con le comete, con in propulsori di massa si spingeranno verso il
pianeta e venendo a contatto con esso si scioglieranno trasformandosi in vapore
acqueo e acqua corrente.
Venere rispetto a Marte ha dei vantaggi maggiori, perché ha le stesse dimensioni della terra, la forza di gravità è uguale e non dovremo creare una nuova atmosfera, come su Marte, si dovrà però modificarla: Venere è avvolto in un’atmosfera di anidride carbonica quasi 100 volte più densa di quella terrestre, la temperatura (essendo più vicino al Sole della Terra) è di 400 gradi centigradi e piove acido solforico. L’effetto serra è andato fuori controllo ormai da miliardi di anni, quindi la soluzione Marte è da accantonare, però la soluzione potrebbe essere sull’anidride carbonica perché è il nutrimento di molti organismi, pertanto si potrebbero manipolare geneticamente migliaia di microrganismi terrestri in modo che possano sopravvivere all’atmosfera di Venere e comincino a “mangiare” l’anidride carbonica, l’effetto serra di andrebbe ad attenuare e l’atmosfera diventerebbe più fresca e con il tempo le nuvole si innalzeranno…e potremo vedere la superficie di Venere con i nostri occhi. In conclusione Venere e Marte sono gli unici pianeti del sistema solare adatti per attuare il “terraforming”, insieme potrebbero triplicare la superficie abitativa per gli esseri umani, ma poi…dovremo cercare altri pianeti verso altre stelle …e tagliare tutti i ponti con il pianeta terra…
Venere rispetto a Marte ha dei vantaggi maggiori, perché ha le stesse dimensioni della terra, la forza di gravità è uguale e non dovremo creare una nuova atmosfera, come su Marte, si dovrà però modificarla: Venere è avvolto in un’atmosfera di anidride carbonica quasi 100 volte più densa di quella terrestre, la temperatura (essendo più vicino al Sole della Terra) è di 400 gradi centigradi e piove acido solforico. L’effetto serra è andato fuori controllo ormai da miliardi di anni, quindi la soluzione Marte è da accantonare, però la soluzione potrebbe essere sull’anidride carbonica perché è il nutrimento di molti organismi, pertanto si potrebbero manipolare geneticamente migliaia di microrganismi terrestri in modo che possano sopravvivere all’atmosfera di Venere e comincino a “mangiare” l’anidride carbonica, l’effetto serra di andrebbe ad attenuare e l’atmosfera diventerebbe più fresca e con il tempo le nuvole si innalzeranno…e potremo vedere la superficie di Venere con i nostri occhi. In conclusione Venere e Marte sono gli unici pianeti del sistema solare adatti per attuare il “terraforming”, insieme potrebbero triplicare la superficie abitativa per gli esseri umani, ma poi…dovremo cercare altri pianeti verso altre stelle …e tagliare tutti i ponti con il pianeta terra…
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